Il calcio è uno sport, un gioco, e come tale va vissuto, dentro e fuori dal campo. Perché ci sono regole, e persone, da rispettare, ci sono normative precise alle quali attenersi e, soprattutto, c’è un grande lavoro da parte di un numero di professionisti che ogni settimana si adopera affinché tutti possano godere dello spettacolo nella massima tranquillità.
E’ questo il messaggio “lanciato” durante il convegno organizzato dai ragazzi dell’indirizzo Ipia dell’Istituto ‘Gattapone Cassata’ di Gubbio dal titolo ‘Gestione della sicurezza nelle gare di calcio professionistico’. Tanti studenti (ma non solo) hanno riempito nella mattinata di venerdì 19 dicembre la Sala Refettorio della Biblioteca Sperelliana, attenti e curiosi nell’ascoltare gli interessanti interventi del parterre d’eccezione presente all’evento.
Sono intervenuti infatti l’ingegnere Luca Tasso (delegato As Gubbio 1910), il vice questore aggiunto Marco Tangorra (presidente GOS Gubbio), il comandante della Compagnia Carabinieri di Gubbio Pier Giuseppe Zago (vice presidente GOS Gubbio), l’ispettore capo della Digos Paolo Pausilli, il procuratore federale Angelo Trepiccione e il presidente regionale AIA Luca Fiorucci.
D’altra parte, le partite di calcio sono diventate delle manifestazioni di grande importanza, e i (purtroppo) tristi eventi che troppe volte ci si ritrova a commentare (disordini e violenza in campo e fuori) hanno imposto una riflessione profonda che gli studenti dell’Ipsia del ‘Cassata Gattapone’ hanno voluto realizzare con l’aiuto degli ospiti più qualificati. Molto applaudito, a tale proposito, è stato il video realizzato dagli studenti grazie alla regia di Daniele Mischianti, proposto in apertura dei lavori. Il messaggio è stato chiaro: se si continua di questo passo, i nostri stadi rimarranno vuoti.
“Innanzitutto – ha esordito l’ingegnere Luca Tasso ringraziando per la disponibilità tutti i presenti, tra cui il vescovo Mario Ceccobelli – vi do un dato: si possono affrontare due squadre che hanno i più forti giocatori del mondo, ma se le società entro la metà di luglio non comunicano l’organico degli stewards con annesso pacchetto sicurezza, non possono partecipare a nessun campionato professionistico, di conseguenza non si giocherebbe nessuna partita. Da qui l’importanza di tutto quello che ruota attorno ad una partita di calcio a livello di sicurezza: il nostro compito infatti è quello di prevenire, perché nella sicurezza se si è costretti a curare significa che qualcosa è andato storto. Questo per far capire che ci sono delle regole, e soprattutto che ci sono degli organi che ogni settimana lavorano esclusivamente per l’incolumità delle persone..
Uno di questi è il GOS (Gruppo Operativo Sicurezza), di cui nel caso di Gubbio è presidente il vice questore aggiunto Marco Tangorra. “Il nsotro obiettivo – ha spiegato Tangorra – è riuscire a prevedere quello che potrebbe accadere all’interno dello stadio in base a determinate variabili, che possono essere ad esempio un gol della squadra di casa o una decisione dell’arbitro alla quale il pubblico reagisce. Dobbiamo valutare inoltre la situazione della tifoseria ospite, e agire in modo che anche le fasi precedenti e successive alla partita avvengano in modo tranquillo e naturale. Ecco quindi che si mettono in campo varie professionalità, tra cui quelle del 118 e dei Vigili del Fuoco che ringrazio per lo straordinario svolto, allo scopo di garantire la sicurezza delle persone”.
“Quando però si verificano situazioni in cui c’è chi non rispetta le regole – ha proseguito l’ispettore capo della Digos Paolo Pausilli – diventa necessario intervenire, anche in maniera decisa. Purtroppo oggi all’interno delle tifoserie ci sono persone che non hanno niente a che fare con il calcio, e spesso trascinano anche ragazzi molto giovani in comportamenti da condannare. Ricordo agli studenti che proprio poche settimane fa, in una partita del Perugia, siamo costretti ad estendere una denuncia ad un ragazzo di appena 18 anni perché ha avuto degli atteggiamenti sbagliati con il volto coperto. Ecco, il semplice fatto di nascondere la propria faccia è passibile di denuncia penale, ed è triste dover prendere tali provvedimenti nei confronti di un giovane che probabilmente non sapeva nemmeno a che cosa sarebbe andato incontro. Dico questo per far capire ai ragazzi che tifare per la propria squadra è bello, tutto il resto invece può mettervi solo in situazioni difficili. Sarebbe bene che il tifo tornasse ad essere quello genuino e puro, senza esasperazioni e soprattutto con il rispetto di tutti”.
“Le parole dell’ispettore sono eloquenti – ha spiegato il responsabile degli arbitri umbri Luca Fiorucci riallacciandosi al discorso – e andrebbero valutate con estrema attenzione. Purtroppo oggi vediamo tantissime trasmissioni televisive in cui si enfatizza un errore dell’arbitro, che poi genera rabbia tra i tifosi. Sotto questo punto di vista invece dovremmo crescere, capire che l’arbitro può sbagliare e continuerà farlo essendo un essere umano come tutti, e solo accettando con serenità questo aspetto le cose potranno cominciare a cambiare”.
“Anche perché – ha concluso il procuratore federale Angelo Trepiccione – non è accettabile vedere certe scene all’interno degli stadi. Settimanalmente ci ritroviamo ad analizzare immagini su immagini per trovare i responsabili di eventuali comportamenti scorretti, che poi possono portare al Daspo che tutti conoscono, ma sarebbe bello vedere soltanto gente che vuole godersi una partita facendo il tifo per la propria squadra. Purtroppo non è sempre così, ma fortunatamente abbiamo dei mezzi visivi che ci permettono di vedere anche l’ora che segna l’orologio di ogni persona di qualsiasi settore degli stadi, chi sbaglia quindi viene individuato con certezza. L’auspicio però, è quello di fare dei passi in avanti quanto a rispetto delle regole, delle persone e dello sport, che è la cosa più bella”.
“Quello che vogliamo lanciare quindi – ha affermato l’ingegnere Luca Tasso in chiusura di conferenza – è un messaggio importante. Tutte le componenti che lavorano per la sicurezza degli stadi lo fanno con un grande spirito di servizio, e se applicano certe regole è perché la normativa lo impone, al puro e semplice scopo di tutelare le persone. Gli stewards poi sono fondamentali, perché sono coloro che hanno un contatto diretto con i tifosi, meritano rispetto e un plauso per il lavoro che svolgono, e le direttive che applicano sono finalizzate all’interesse di tutti. Auguriamoci che il nostro calcio possa veramente fare un salrto di qualità sotto questo punto di vista”.
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