20
MAR
2015

PARTECIPAZIONE ALLA XIV EDIZIONE DE I COLLOQUI FIORENTINI

Umberto Saba. “Ode la voce che viene dalle cose e dal profondo”.
XIV edizione de I Colloqui Fiorentini
26 – 28 febbraio 2015, Firenze, Palazzo dei Congressi
C’è un solo genere di uomini a cui interessa la poesia: quelli a cui interessa qualche cosa di più che la poesia. Quelli a cui, più che la poesia, interessa la vita.
Convinti che questa affermazione sia profondamente vera, quattro docenti di lettere dell’IIS Cassata-Gattapone hanno partecipato alla XIV edizione dei “Colloqui fiorentini” che si sono svolti a Firenze dal 26 al 28 di febbraio: tema la poesia di Umberto Saba.
Le professoresse Angela Carnevali, Cristina Brizzi Alunno, Maria Cecilia Clementi e Paola Tomarelli, uniche rappresentanti della provincia di Perugia, grazie anche alla disponibilità del Dirigente scolastico, prof. David Nadery, da sempre sensibile ed attento a percorsi di aggiornamento/formazione, si sono così trovate a confronto per tre giorni con circa duemila docenti e studenti provenienti da tutta Italia per conoscere e approfondire il Canzoniere del poeta triestino.
Un elemento che caratterizza I Colloqui fiorentini è anche quello di visitare i luoghi importanti nella vita di un autore: Saba, di origine ebraica, proprio a Firenze è vissuto in incognito, per sfuggire alle persecuzioni naziste. I partecipanti al Convegno infatti, dopo le conferenze sono stati accompagnati a visitare il quartiere ebraico e la Sinagoga monumentale di Firenze, poi un tè all’elegante Caffè letterario “Giubbe Rosse”, dove l’Umberto s’incontrava con l’amico Montale ed altri artisti.
Grande entusiasmo hanno suscitato alcuni interventi di docenti di fama internazionale, quali Pietro Gibellini dell’università di Venezia, e il poeta e critico Davide Rondoni, dal tono dissacrante e provocatorio.
Tutti i relatori e gli studenti stessi si sono cimentati nell’analisi attenta, quasi esegetica, dei versi di Saba, delle sue “trite parole”, che servono a far riemergere “la verità che giace sul fondo” per tornare a guardare il mondo come una sorpresa e non come un’ovvietà.
Particolarmente competenti sono apparsi anche gli interventi degli alunni, che hanno presentato le loro tesine rivelando un grande lavoro di analisi testuale e di interpretazione anche su poesie poco conosciute.
Soprattutto le riflessioni dei più giovani hanno ribadito il fatto che vale la pena leggere un libro come il Canzoniere di Umberto Saba, perché i nostri occhi, tanto spesso distratti, non si accorgono di ciò che hanno davanti, e queste poesie ci aiutano ad aprirli, a guardare.
Da ultimo i docenti hanno partecipato all’assemblea finale, dove è stato ribadito il concetto che conoscere non è possedere, esaurire o dominare: conoscere è cambiare. Dopo tre giorni di incontro con Saba, c’è ancora tanto da scoprire, tanto da “entrare in relazione”, perché la letteratura è questo: aiuta ciascuno a rivelarsi a se stesso. Si deve partire da qui per far nascere una nuova “arte” di pensare ed anche di insegnare.
I colloqui fiorentini hanno dimostrato infatti che esistono studenti VIVI, “vasi che traboccano di parole, emozioni, pensieri”, e al tempo stesso ci sono tanti docenti VITALI, che ogni giorno si impegnano per far sì che la loro lezione non diventi un’operazione anatomica degli autori e dei testi, ma sia piuttosto un “avvenimento”. Qualcosa che accade. Qualcosa che vada ad “ingombrare” la classe, qualcosa che vada a dire agli studenti che di studiare, di conoscere, di “incontrare”, vale la pena